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Roma, Via Democrito 39

FAQ

Domande Frequenti

Il procedimento penale consta di varie fasi differenti e di alcune procedure in base alla gravità del reato che viene contestato ma, tuttavia, si può descrivere nel seguente modo:

Inizio del procedimento con attività di indagine operata dalla Polizia Giudiziaria di propria iniziativa o su iniziativa e supervisione del Pubblico Ministero. La fase delle indagini preliminari si conclude con un atto chiamato avviso di chiusura delle indagini preliminari il quale mette a conoscenza la persona indagata di essere sottoposta ad un procedimento penale. Da questo momento si possono e si devono studiare tutti gli atti di indagine che sono stati compiuti e si può chiedere al Pubblico Ministero di integrare le indagini con l’acquisizione di elementi di prova che possono essere utili ad ottenere l’archiviazione del procedimento.

Normalmente, dopo tale fase, il Pubblico Ministero provvederà con la richiesta di rinvio a giudizio e verrà fissata l’udienza preliminare che svolge il ruolo di filtro prima dell’inizio del processo vero e proprio. In questa fase viene valutato dal Giudice per l’Udienza preliminare se ci siano elementi di prova sufficienti da poter portare ad una eventuale condanna dell’imputato e in tal caso il procedimento passa alla fase del Dibattimento. Questa fase è il processo vero e proprio ove vengono acquisite le prove quali testimonianze, documenti, perizie etc. e in cui, all’esito dell’assunzione delle prove, ci sarà la discussione del PM e del difensore e la successiva sentenza del Giudice.

Per alcuni reati meno gravi non è prevista l’udienza preliminare, quindi, successivamente alla chiusura delle indagini preliminari ci sarà direttamente il rinvio all’udienza dibattimentale.

Di solito il momento in cui una persona viene a conoscenza di essere sottoposto ad indagini è proprio il momento in cui riceve la notifica dell’atto di chiusura delle indagini preliminari, quindi, si reca da un avvocato che visionerà il fascicolo e deciderà quale strategia difensiva intraprendere.

Altro momento in cui si può venire a conoscenza di essere sottoposti ad indagini è quando ci viene notificata l’ordinanza che dispone una misura cautelare personale, ovvero viene notificato all’indagato una ordinanza del Giudice che dispone lacustodia in carcere o gli arresti domiciliari da parte degli operanti di Polizia Giudiziaria che metteranno in atto la misura. In parole semplice il Giudice quando ci sono gravi indizi ed esigenze cautelari (rischio di fuga, rischio di reiterazione del reato o di occultamento delle prove) dispone che venga applicata una misura cautelare.

Chiaramente, un altro momento in cui si viene a conoscenza del procedimento penale è quando si viene colti in flagranza di reato.

In caso si venga arrestati in flagranza di reato, per esempio mentre compiamo un furto o mentre cediamo della sostanza stupefacente ad un’altra persona, gli operanti della forza pubblica compiono di propria iniziativa l’arresto in flagranza. Da questo momento l’arrestato, o i suoi familiari, devono nominare un avvocato di fiducia oppure ne viene nominato uno d’ufficio; poi la persona viene condotta o in carcere o nelle celle presenti nel commissariato di Polizia o nella Stazione dei Carabinieri e dopo uno o due giorni viene celebrata l’udienza di convalida in cui il giudice decide se mantenere la misura cautelare dell’arresto in carcere, se modificarla o se revocarla. Di solito subito dopo l’udienza di convalida dell’arresto il PM chiede di procedere con il giudizio per direttissima. Ciò significa che si entra subito nella fase del dibattimento e quindi si possono acquisire le prove e discutere la causa. In questa occasione bisogna valutare se chiedere un rito alternativo, ovvero il giudizio abbreviato o il patteggiamento.

Di solito in caso di arresto in flagranza conviene chiedere di procedere con il giudizio abbreviato che determina uno sconto automatico di pena pari ad 1/3 della stessa.

Il giudizio abbreviato,come già detto, determina lo sconto automatico di 1/3 sulla pena quindi di solito si chiede quando si ritiene che probabilmente verremo condannati.

Tuttavia il giudizio abbreviato è connotato da altre caratteristiche che lo rendono un rito alternativo utile da utilizzare anche per altri motivi. Più esattamente si dice che nel giudizio abbreviato si decide allo stato degli atti, ovvero sulla base degli atti di indagine e quindi non si procede con l’acquisizione di prove nel dibattimento. Per fare un esempio quando veniamo arrestati con i 100 gr. di cocaina, facendo il giudizio abbreviato il Giudice deve decidere solo sulla base del rinvenimento della sostanza mentre, se invece  si procedesse con il giudizio ordinario potrebbero essere fatte altre indagini quali ad esempio intercettazioni telefoniche o ricerche bancarie per cercare movimento di soldi non giustificato che potrebbero portare all’arresto di altre persone o ad una pena maggiore; pertanto, conviene chiedere il Giudizio abbreviato perché non vengono acquisite altre prove.

Per fare un esempio diverso, se per esempio fossimo sottoposti ad indagini per il reato di truffa e i testimoni sentiti durante le indagini avesserofatto testimonianze discordanti o poco chiare e non ci fossero altre prove particolari, converrebbe procedere con il Giudizio abbreviato poiché, se procedessimo con il procedimento ordinario, in sede di dibattimento verrebbero sentiti i testimoni che potrebbero essere molto più chiari e circostanziati e quindi, portare a una condanna. Al contrario in caso di giudizio abbreviato il Giudice deve decidere solo sugli atti compiuti durante le indagini, ovvero, nel caso d’esempio sulla base delle testimonianze poco chiare ottenute.

Quindi il Giudizio abbreviato viene chiesto quando dal proseguimento del procedimento in modo orinario potrebbero essere acquisite delle prove che invece sono sfuggite durante le indagini preliminari.

Il patteggiamento, o più precisamente l’applicazione della pena su richiesta delle parti, di solito viene chiesto quando la condanna è quasi sicura e si ha paura sull’ammontare della pena che verrà comminata, quindi si cerca di trovare un accordo con il Pubblico Ministero sulla pena da applicare.

Anche il patteggiamento determina lo sconto automatico di 1/3 della pena, quindi, è evidente che in caso di condanna quasi certa convenga ottenere lo sconto di pena.

La differenza dal Giudizio abbreviato è che questo viene chiesto quando si ritiene probabile la condanna ma anche possibile ottenere una assoluzione. Come nell’esempio fatto circa i 10 Gr. di cocaina, conviene l’abbreviato e non il patteggiamento poiché è verosimile riuscire a ottenere una assoluzione per uso personale e in caso negativo ottenere comunque uno sconto di pena. Mentre nel caso si venga trovati con 500 gr. di marijuana, essendo la condanna sicura, conviene provare a trattare con il PM per fare applicare la pena più mite e soprattutto chiedere la sospensione condizionale della pena. Infatti come detto prima il Giudizio abbreviato conviene anche quando le prove sino a quel momento sono scarse e invece se ci fosse il dibattimento rischieremmo l’acquisizione di prove che determinerebbero certamente una condanna.

L’esecuzione della pena è un argomento molto complicato poiché spesso nella realtà c’è una differenza pratica tra la sentenza di condanna e l’esecuzione della stessa.

Il nostro ordinamento, nel caso di condanna a pene non gravi consente di chiedere delle misure alternative alla detenzione.

Più esattamente, il nostro codice di procedura penale prevede che per condanne alla reclusione fino a 3 anni il condannato può chiedere il beneficio della concessione di una misura alternativa alla detenzione.

Le misure previste e più utilizzate sono l’affidamento in prova ai servizi sociali è la detenzione domiciliare. Dal punto di vista pratico, significa che, eccetto casi particolari, sotto i 3 anni di reclusione non si sconta la pena in carcere ma in detenzione domiciliare.

Con l’affidamento in prova ai servizi sociali si sconta la pena nel domicilio e si svolge la propria vita normale eccetto per il fatto che dobbiamo rispettare le prescrizioni stabilite dal Tribunale di Sorveglianza. Di solito è concesso fare tutto come se si fosse liberi con alcune limitazioni quali l’obbligo di rientrare a casa entro un determinato orario, o di non frequentare alcune persone o posti. Durante questo periodo si viene controllati da un operatore dei servizi sociali che verifica lo svolgimento di attività lavorative e spesso anche di lavori socialmente utili. Alla fine del periodo i servizi sociali invieranno al Tribunale la relazione relativa al periodo di affidamento sulla base della quale il Tribunale dichiarerà la fine della pena.

La detenzione domiciliare, invece, consiste nello scontare la pena presso la propria abitazione con divieto di uscire, è come se si fosse in carcere ma si sta a casa propria. Se ricorrono le condizioni si può chiedere al Tribunale di Sorveglianza di concedere il permesso di recarsi a lavoro; in questo caso viene concesso di uscire e rientrare in determinati orari presso l’abitazione concedendo solamente il tempo per espletare la propria attività lavorativa. Sia in caso di detenzione domiciliare che di affidamento in prova ai servizi sociali si viene sottoposti a controllo da parte delle forze dell’ordine che saltuariamente verificano il rispetto delle regole impartite dal tribunale. In caso di violazione delle prescrizioni ricevute la misura alternativa viene revocata e sostituita con la reclusione in carcere.

Caso differente dalla misure alternative alla detenzione è quello della sospensione condizionale della pena per condanne fino a due anni. In questo caso si viene condannati ma non si sconta la pena a condizione che nei 5 anni successivi non si commetta un reato dello stesso tipo. Passati i 5 anni senza commettere errori il reato si estingue. Se invece si commette un altro reato nei 5 anni successivi alla condanna, viene revocata la sospensione della pena che quindi si sconta  la pena sospesa sommata alla nuova condanna per il reato commesso successivamente.

Alla luce di quanto suddetto, in caso di condanna, si cerca ove possibile di contenerla nei 2 o nei 3 anni in modo di essere formalmente condannati ma senza scontare la pena in carcere. In materia di stupefacenti, se si dimostra lo stato di tossicodipendenza si può usufruire dei suddetti benefici anche per condanne fino a 4 anni.

Tali misure sono previste per non fare desocializzare le persone condannate con pene poco gravi recludendoli insieme a persone condannate per reati gravi.

La liberazione anticipata consiste in una riduzione di pena di 45 giorni per ogni semestre di pena scontata. È concedibile, a propria discrezione, dal Magistrato di Sorveglianza su specifica domanda del detenuto solo quando ravvisi la mancanza di rilievi disciplinari e la prova di attiva partecipazione all’opera di rieducazione.

In parole semplici, il detenuto in carcere o in detenzione domiciliare può chiedere di ottenere la suddetta riduzione  di 90 giorni l’anno quando abbia serbato un comportamento  di buona condotta durante l’esecuzione della pena, e quindi non abbia violato le prescrizioni in caso di detenzione domiciliare o non abbia subito sanzioni disciplinari durante la detenzione in carcere.

Quindi si può dire, che in caso ci si comporti bene durante la reclusione, ogni anno corrisponde a 9 mesi.

Durante le indagini, il giudice per le Indagini preliminari può emettere ordinanza cona la quale dispone l’applicazione di una misura cautelare che di solito è di detenzione in carcere o di arresti domiciliari.

Questo avviene quanto per esempio quando siamo sottoposti ad intercettazioni telefoniche per spaccio e il Giudice ritiene dalla conversazioni e dai messaggi ascoltati che ricorrano gravi indizi di colpevolezza e che sussista una delle esigenze cautelari ovvero quando esiste il pericolo di fuga, o di reiterazione del reato o di pericolo di inquinamento probatorio.

In pratica succede che la mattina presto la polizia giudiziaria si recerà presso l’abitazione dell’indagato al quale notificherà l’ordinanza di misura cautelare e tradurrà lo stesso presso il carcere o gli impartirà le prescrizioni da rispettare agli arresti domiciliari.

Avverso la ordinanza che dispone la misura cautelare si può proporre riesame al Tribunale della Libertà il quale valuterà la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari nonché la proporzionalità della misura adottata. Di solito si riesce a far sostituire la misura della detenzione in carcere con quella degli arresti domiciliari, eventualmente anche con permesso di recarsi a lavoro.

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Adelina Anil
La “giustizia” funziona per i criminali, la condanna per le persone oneste.
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Ron Hubbard
La giustizia può esistere solo quando esiste una legge codificata o una consuetudine rispettata dalla maggioranza.
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Libero Bovio
Un giudice senza umanità è un giudice senza giustizia.
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Piero Calamandrei
Gli avvocati non sono né giocolieri da circo, né conferenzieri da salotto: la giustizia è una cosa seria.
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